FAQ E CURIOSITA’
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FAQ e CURIOSITA'



Ricetta curiosa!  Il miele fritto di TIN…Giove.

Sbattere in un recipiente latte cagliato, miele e sale, aggiungendo un po’ di farina di grano fino ad ottenere una specie di impasto. Farne piccole porzioni e friggerle nello strutto. Quando le frittelle saranno ben dorate in tutte le parti, si tolgano e si servano bollenti, addolcendole con altro miele.



Perché santo?

Il Vinsanto o Vin Santo ha origini leggendarie. Le prime citazioni risalgono agli inizi del Cristianesimo, forse a voler indicare un vino particolarmente adatto al rito della Messa. Una leggenda senese racconta che nel 1348, anno in cui si diffuse le peste, un frate domenicano distribuiva del vino agli ammalati per portar loro un po’ di sollievo, da cui la convinzione che si trattasse di un vino miracoloso, "santo"... Un’altra interpretazione riconduce la nascita del termine “Vinsanto ” al 1439, data del Concilio ecumenico indetto a Firenze da Papa Eugenio IV per riunire la Chiesa di Oriente a quella d’Occidente, separatesi a causa del grande scisma. In un convivio, organizzato dai Medici in occasione del Concilio, fu servito un vino passito che, al cardinale Bessarione, vescovo di Nicea, fece esclamare: "Ma questo è Xantos!" per la somiglianza che questo aveva con il vino prodotto nell’isola di Xanto in Grecia. Un’ultima spiegazione fa invece riferimento al ciclo produttivo del Vinsanto, basato intorno alle feste religiose più importanti del calendario liturgico cristiano: alcuni spremono l’uva per i Santi, altri per Natale ed altri per Pasqua.



Curiosità in tavola

I popoli del passato apprezzavano molto i metalli preziosi, sia per l’effetto scintillante e lussuoso che donavano alla tavola, che per il senso di nitore conferito al cibo.
Sulle tavole imperiali dell’antica Roma, quale simbolo di splendore e purezze incorruttibile, facevano bella mostra di se vasi e piatti in argento o oro.
Durante il Medioevo l’esegesi biblica assegnò a ciascuno di questi materiali un proprio significato.
L’argento identificava per splendore e suono la divina eloquenza; l’oro era l’emblema dell’eccellenza sia spirituale che temporale di Cristo.
Nel Rinascimento l’argenteria contribuì ad amplificare il senso di prestigio di un banchetto, e Platina sosteneva che il vasellame prezioso tenuto pulito e lucido conferiva alla tavola una “sontuosa lindura che incoraggiava l’appetito”.
Sotto il regno di Francesco I l’oro e l’argento trasportati dal Nuovo Mondo si riversarono in grandi quantità in Europa. Con il ‘600 piatti, vassoi, candelieri e mobili in metalli preziosi divennero indispensabili per la scenografia dei banchetti barocchi.
La creatività e l’arte produttiva d’artigiani e cesellatori ebbe il suo apice nel ‘700, quando l’argenteria si affermò come vero simbolo di distinzione aristocratica.
Nel secolo seguente vasellame e posate preziose trasferirono il loro status anche sulle tavole dell’opulenta borghesia.


(dal Taccuino Rinascimentale)



Il fenomeno dell'Acqua Viola

Il fenomeno dell’ Acquaviola, rappresenta uno dei primi casi di inquinamento fluviale dovuto dall’utilizzo di alcuni molini per l'estrazione della pianta del guado da cui si ricavava il colore indaco e per la cui produzione Anghiari fu molto famosa.



L’acqua in cucina… i Bringoli


    Ricetta Spianatoia. Impasto che tenda al solido. Staccare dei pezzi. Lavorarli con le mani e allungarli fino ad avere degli spaghetti rudimentali. Condirli con una salsa di pomodori piccoli, quelli rotondi a grappolo detti perine, tagliati a cubetti, via la buccia e i semi, e sbollentati in un tegame con aglio, olio e peperoncino. Cinque minuti per il sugo. Molto formaggio sui bringoli dopo averli serviti con l'intingolo.







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